EDITORIALE DELLA FONDAZIONE

Il lavoro che uccide, il dovere che ci chiama

Salari, tutele e diritti sono la base per costruire un futuro giusto fondato sulla persona e sul lavoro.

Il lavoro che uccide, il dovere che ci chiama

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Il lavoro non può più essere un rischio, ma uno spazio di dignità e sicurezza per ogni persona.

In Italia, morire sul lavoro è ancora una tragica possibilità. Nei primi mesi dell’anno, centinaia di persone hanno perso la vita mentre svolgevano la propria professione, lasciando dietro di sé famiglie distrutte e un senso di impotenza collettiva. È un dramma quotidiano che ci interroga, che ci chiede di non girare la testa dall’altra parte. Non possiamo più permetterci né l’indifferenza né la rassegnazione.

La sicurezza non è un optional

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto ricordare l’urgenza di rafforzare l’impegno per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Un impegno che non riguarda solo le istituzioni, ma anche le imprese e i lavoratori stessi. In occasione della visita alla BSP Pharmaceuticals a Latina, in vista del Primo Maggio, ha sottolineato come il tema della salute e della sicurezza sia centrale e imprescindibile. Non è solo una questione tecnica o normativa, ma un valore fondante di una società civile.

Il lavoro come strumento di dignità

"Il lavoro non può consegnare alla morte", ha affermato Mattarella. Non può essere sinonimo di sfruttamento, rischio o sacrificio, ma deve diventare occasione di realizzazione personale e collettiva. In un tempo in cui troppo spesso si dimentica il valore umano dietro una prestazione lavorativa, è essenziale ribadire che ogni donna e ogni uomo che lavora porta con sé una storia, una famiglia, un diritto alla vita.

Radici di libertà e giustizia sociale

La Costituzione italiana afferma che la Repubblica è fondata sul lavoro. Non è un’affermazione simbolica, ma un pilastro concreto della nostra convivenza civile. Il lavoro è strumento di libertà, leva di mobilità sociale, motore del welfare. È ciò che ha dato forma alla nostra democrazia, generando coesione e partecipazione. Ecco perché ogni violazione di questo diritto è una ferita non solo per chi la subisce, ma per l’intera comunità.

Salari, produttività e disuguaglianze

Nonostante segnali incoraggianti sull’occupazione, l’Italia sconta un andamento salariale preoccupante. Secondo l’ultimo rapporto dell’OIL, i salari reali nel nostro Paese restano inferiori rispetto al 2008, nonostante una crescita della produttività a partire dal 2022. Il nodo salariale è centrale non solo per la sopravvivenza delle famiglie, ma anche per la giustizia sociale e l’equa distribuzione dei frutti dell’innovazione.

Dialogo e corresponsabilità per il futuro

Il dialogo tra istituzioni, imprese e sindacati è stato, storicamente, un motore di progresso. È grazie a questo confronto costruttivo che abbiamo creato modelli di Stato sociale e tutele che oggi diamo per scontati. Ma oggi più che mai è tempo di investire nel dialogo, nella corresponsabilità, nella solidarietà. Solo così possiamo affrontare le sfide attuali: dalle nuove povertà ai diritti dei migranti, dal caporalato al rispetto dell’articolo 36 della Costituzione. In questo contesto, il messaggio pasquale di Papa Francesco ci ricorda che non deve mai venir meno il principio di umanità.


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29 Aprile 2025 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi

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