EDITORIALE DELLA FONDAZIONE
Una raccolta di pensieri e citazioni che raccontano la visione profonda e rivoluzionaria di Papa Francesco sul nostro tempo:
Ospedale da campo, la chiesa che accoglie i feriti
Papa Francesco non ha mai amato i palazzi dorati e le parole vuote. Fin dall’inizio del suo pontificato, ha immaginato la Chiesa come un "ospedale da campo", dove si curano prima le ferite e poi si fanno gli esami. Un’immagine potente, che restituisce l’idea di una comunità pronta ad accogliere e a guarire, non a giudicare.
I migranti, fratelli e sorelle senza confini
Francesco ha dedicato molte parole e gesti ai migranti. Per lui, nessuno dovrebbe essere considerato straniero. Il Mediterraneo, un tempo ponte tra le civiltà, oggi è diventato, dice, "uno specchio di morte". Nei suoi viaggi e nei suoi discorsi, ha sempre invocato una società dell’accoglienza, della protezione e dell’integrazione.
Il progresso e l’inganno dell’idolatria moderna
Il Papa ha spesso messo in discussione l’idea che progresso significhi automaticamente giustizia. La fiducia cieca nella tecnologia e nella globalizzazione ha creato, secondo lui, un’intossicazione individualistica che ci allontana da ciò che conta davvero: la giustizia, la pace, la solidarietà.
La guerra, un virus del cuore umano
Le sue parole contro la guerra sono tra le più incisive del suo pontificato. Papa Francesco parla di una "Terza guerra mondiale combattuta a pezzi" e denuncia la follia del conflitto in Ucraina come frutto di interessi imperiali contrapposti. Per lui la vera pace nasce dal disarmo dei cuori, non da tregue tattiche.
Fratelli tutti, una fraternità che supera le religioni
L’enciclica “Fratelli Tutti” è il manifesto della sua visione: un mondo dove cristiani, musulmani, ebrei e tutti gli esseri umani si riconoscano fratelli. Ha sempre invitato al dialogo interreligioso, sottolineando che la fede non divide, ma può unire nel rispetto e nella collaborazione per il bene comune.
Le donne, una meraviglia sottovalutata
Francesco ha riconosciuto il ruolo fondamentale delle donne nella Chiesa e nella società, sottolineando che quando una donna entra in un processo decisionale “le cose cambiano, vanno avanti”. Ha spesso ricordato la loro dedizione familiare e sociale, e ha più volte auspicato una presenza femminile più concreta anche nelle istituzioni ecclesiastiche.
Il lavoro e la dignità negata
Il Pontefice non si è tirato indietro nel denunciare lo sfruttamento, il precariato giovanile, la disuguaglianza di genere nei salari. Ha definito il lavoro una “porta della dignità” e ha chiesto più tutela per chi è escluso, sottopagato o umiliato nel mondo del lavoro.
La politica e la speranza di una buona convivenza
Per Papa Francesco, la politica non è una brutta parola, ma può diventare tale se piegata a interessi personali o ideologici. Ha invitato tutti a riscoprire il senso alto della politica come servizio al bene comune e costruzione della pace sociale, lontano dalle derive populiste e dai personalismi.
Il creato, dono e responsabilità
Nell’era dei cambiamenti climatici, Francesco ha ricordato che la Terra non è nostra proprietà, ma un dono da custodire. Il creato non va sfruttato né sprecato, ma rispettato e condiviso. È un messaggio chiaro che invita a un cambiamento culturale e spirituale sul nostro rapporto con la natura.
Oltre i muri, la Chiesa inclusiva
Francesco ha parlato di omosessuali, coppie di fatto, migranti e persone emarginate sempre con parole accoglienti. La Chiesa, per lui, è casa per tutti, non per pochi. Ha più volte sottolineato che Dio si incontra nella diversità e che ogni essere umano, senza distinzione, è chiamato a vivere la fede secondo il proprio cammino personale.
La pandemia, una tempesta che ci ha reso fragili
Nel silenzio di Piazza San Pietro durante il lockdown del 2020, il Papa ha dato voce alla paura collettiva, ma anche alla speranza. Ha parlato di una “tempesta inattesa” che ci ha reso più consapevoli della nostra vulnerabilità e ci ha ricordato che solo insieme possiamo affrontare le sfide.
Contro la corruzione e il clericalismo
Papa Francesco ha usato parole dure contro la corruzione nella Chiesa, paragonandola a una “puzza” che fa marcire l’anima. Anche il clericalismo, per lui, è una malattia grave: i laici devono essere protagonisti, non sudditi. Chi ha potere nella Chiesa deve usarlo per servire, non per dominare.
Il celibato, una tradizione non immutabile
In tema di celibato sacerdotale, ha aperto alla possibilità di un cambiamento, chiarendo che non si tratta di un dogma ma di una disciplina. Questo non significa che cambierà a breve, ma che è una questione aperta, e la Chiesa non deve avere paura di discutere.
Contro le mafie, parole nette e definitive
Francesco è stato chiaro: nella Chiesa non c’è posto per i mafiosi. Le sue parole contro la criminalità organizzata sono tra le più nette mai pronunciate da un Papa. Ha ricordato figure come Don Puglisi e Rosario Livatino come esempi di coraggio e fede.
L’europa, un patrimonio da riscoprire
In un’epoca in cui l’Europa si interroga su se stessa, il Papa invita a non aver paura della propria storia. L’Europa, dice, ha ancora molto da offrire: il suo bisogno di verità, di giustizia e di eternità può essere una bussola per il futuro, non solo per il passato.
21 Aprile 2025 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi
Fondazione Premio Antonio Biondi
Via Garibaldi 34
03017 Morolo (FR)
Fondazione terzo settore
C.F. 92088700601
segreteria@
IBAN:
IT18I0529714801CC1030072196
BIC: BPFRIT3FXXX
editoriale in collaborazione con
Centro studi su innovazione,
comunicazione ed etica.
meno carta più ambiente, una scelta sostenibile
Fondazione Premio Antonio Biondi
Via Garibaldi 34
03017 Morolo (FR)
Fondazione terzo settore
C.F. 92088700601
segreteria@fondazionepremioantoniobiondi.it
Fondazione iscritta al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore - RUNTS Lazio
Privacy & Cookie Policy refUrl GDPR
© Fondazione Premio Antonio Biondi. Tutti i diritti sono riservati.
Credit grippiassociati ICT Creative