EDITORIALE DELLA FONDAZIONE
È partito da Piazza Vittorio Emanuele il corteo di Fridays For Future Italia, e lo ha fatto con un messaggio chiaro e incisivo: "Il futuro lo costruiamo insieme, adesso". Una frase che non è solo uno slogan, ma un invito all’azione rivolto a tutti, in particolare ai decisori politici. Migliaia di giovani hanno sfilato fino a Largo Corrado Ricci, nel cuore della città, per dare voce alla protesta contro l’inerzia politica di fronte alla crisi climatica.
Uno striscione in testa e la Terra che rotola
A guidare il corteo, uno striscione con le parole "Ci volete seppellire ma siamo semi", a sottolineare la resilienza di chi lotta per un futuro sostenibile. Subito dietro, un’enorme sfera gonfiabile raffigurante il pianeta Terra è stata fatta rotolare dai partecipanti, simbolo di un mondo da proteggere, ma anche fragile e instabile. Attorno, bandiere verdi con la scritta ironica e provocatoria "Piantatela", che unisce l’urgenza ambientale a un tono ironico e immediato.
Cartelli, musica e slogan contro l’ipocrisia politica
Tra tamburi, cori e musica, spuntano cartelli con messaggi diretti: "Non c’è transizione senza rivoluzione" e "Ue e Meloni nemici dell’ambiente". Frasi dure, che riflettono il crescente malcontento di una generazione che si sente ignorata. L’accusa è chiara: la transizione ecologica, promessa e poi dimenticata, è ormai diventata un paravento dietro cui si celano interessi economici e politici.
La rete studentesca e le associazioni in prima linea
Non solo studenti delle scuole superiori, ma anche organizzazioni universitarie come Osa e Cambiare Rotta, e realtà impegnate nella salvaguardia dell’ambiente come Marevivo. La composizione del corteo riflette una pluralità di voci unite da una battaglia comune. La presenza di queste realtà sottolinea come la lotta ambientale sia trasversale e radicata in diverse fasce della società.
Clima e guerre, un legame spesso ignorato
Secondo Marzio Chirico, portavoce di Fridays For Future Italia, "la questione climatica è passata in secondo piano", ma continua a essere centrale e strettamente connessa ad altri drammi del nostro tempo. Le guerre, ha ricordato, non solo devastano territori e popolazioni, ma rappresentano anche un’enorme fonte di inquinamento e distruzione ambientale. Un messaggio forte, che rilancia l’urgenza di mettere l’ambiente al centro dell’agenda politica.
Il bisogno di un cambiamento reale e condiviso
Lo sciopero globale per il clima non è un evento isolato, ma un grido collettivo che attraversa le piazze di tutto il mondo. A Roma, come altrove, si chiede un cambio di rotta concreto e immediato. Per i giovani manifestanti non si tratta più di chiedere, ma di pretendere un futuro vivibile, in cui la giustizia climatica non sia solo una promessa vuota.
14 Aprile 2025 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi
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