EDITORIALE DELLA FONDAZIONE

Tumore al seno e costi nascosti, quando la malattia colpisce anche il portafoglio

Spese mediche, lavoro ridotto e isolamento colpiscono le pazienti oncologiche più fragili.

Tumore al seno e costi nascosti, quando la malattia colpisce anche il portafoglio

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Più di 1.600 euro l’anno a carico delle donne con tumore, fino a 4.000 al sud.

Affrontare un tumore al seno non significa solo combattere la malattia. Per migliaia di donne italiane, la diagnosi oncologica si accompagna a un altro tipo di trauma, meno visibile ma altrettanto invasivo: quello economico. Si chiama tossicità finanziaria e coinvolge quasi quattro donne su dieci, travolte dalle spese legate a farmaci, visite, trasporti e cure accessorie, spesso al di fuori del sistema sanitario pubblico.

La diagnosi pesa anche sulle finanze personali

Il 38% delle pazienti deve affrontare difficoltà economiche legate direttamente alla malattia. Tagli alle spese quotidiane, vacanze saltate, rinunce a ristoranti o cinema diventano la norma per il 32,1%, mentre un preoccupante 10,3% è costretto a ridurre persino gli acquisti alimentari. Il 20,7% attinge ai risparmi accumulati – fondi pensione, investimenti, liquidazioni – per sostenere i costi legati alla terapia. Una condizione che colpisce duramente le giovani, le residenti al Centro-Sud e chi ha ricevuto una diagnosi recente.

Più di 1.600 euro all’anno a carico delle pazienti

Le spese mediche non coperte dal Servizio Sanitario Nazionale ammontano in media a 1.665,8 euro l’anno, ma con forti differenze territoriali. Al Sud e nelle Isole si arriva a una media di oltre 4.000 euro, mentre nel Nord-Est si scende a circa 600. A pesare di più sono i farmaci (40,8% del totale), seguiti da visite specialistiche, fisioterapia, esami diagnostici e spese per dispositivi sanitari. Anche il trasporto verso i centri di cura diventa un onere: in media 43 km per viaggio, due volte al mese, con un terzo delle donne che lamenta costi difficili da sostenere.

Vita sociale e autostima messe alla prova

L’impatto economico si riflette anche sulla qualità della vita. Oltre il 10% delle donne si sente sola o isolata, il 16,2% soffre problemi nelle relazioni, quasi una su quattro vive con il timore del giudizio altrui e il 27% sperimenta un calo dell’autostima. Tra le under 40, il 42,9% afferma che la malattia ha influenzato la scelta di diventare madre. Il 30% teme anche ripercussioni lavorative, fino alla perdita del posto di lavoro.

Lavoro, welfare e discriminazioni assicurative

Il tumore impone cambiamenti drastici: il 13,2% ha dovuto cambiare lavoro o percorso di studi, il 40,5% ha ridotto le ore lavorative e il 27% ha dovuto reinventarsi con nuove competenze. Ma il supporto dal mondo del lavoro è scarso: quasi la metà non riceve alcun aiuto dai sistemi di welfare aziendale. Inoltre, la condizione di paziente comporta barriere economiche indirette: il 17,6% non ha ottenuto una copertura assicurativa e il 12,5% ha subito un rifiuto o limitazione per accedere al credito.

Serve un sistema sanitario più equo e organizzato

Federico Spandonaro, presidente del Comitato Scientifico di C.R.E.A. Sanità, sottolinea come, nonostante l’esenzione dal ticket, alcune donne sentano il bisogno di stipulare polizze integrative. Ma non tutte possono permettersele. E secondo l’oncologo Franco Perrone, presidente Aiom, la tossicità finanziaria non solo compromette la qualità della vita, ma riduce anche le probabilità di sopravvivenza a lungo termine. Per questo, Andos propone di istituire liste d’attesa dedicate ai pazienti cronici, snellendo l’accesso agli esami e migliorando il percorso terapeutico.

Tra assistenza e speranza, il ruolo delle associazioni

Non tutto è negativo: quasi l’80% delle pazienti afferma di aver trovato sostegno umano da parte del personale sanitario e l’86,3% riesce a effettuare i controlli periodici nei tempi previsti. Le principali reti di supporto restano la famiglia, gli amici e le associazioni di pazienti come Andos, che da anni si battono per un’assistenza più equa e una sanità che non discrimini in base al reddito. Perché curarsi non dovrebbe mai significare impoverirsi.

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Il 31 Marzo 2025 presso la Sala Perin del Vaga – Istituto L. Sturzo (Via delle Coppelle, 35 Roma) alle ore 11.30 si è tenuta la presentazione del 1° Rapporto ANDOS – C.R.E.A. Sanità “Effetti collaterali del cancro alla mammella”.
www.creasanita.it


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01 Aprile 2025 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi

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