EDITORIALE DELLA FONDAZIONE

La disuguaglianza globale, un fenomeno che segna il 2024

La ricchezza dei miliardari è cresciuta di 2.000 miliardi nel 2024, mentre oltre 3,5 miliardi di persone vivono ancora in povertà.

La disuguaglianza globale, un fenomeno che segna il 2024

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Il nord globale controlla il 69% della ricchezza mondiale, mentre il sud riceve salari fino al 95% inferiori.

Il 2024 ha segnato un anno di crescita senza precedenti per la ricchezza globale, ma solo per una ristretta élite. La ricchezza dei miliardari è aumentata di 2.000 miliardi di dollari in soli 12 mesi, un ritmo tre volte superiore rispetto al 2023. In media, ogni settimana ha visto la nascita di quattro nuovi miliardari, portando il numero totale a 2.769. Questi individui, con patrimoni che superano i 15.000 miliardi di dollari, rappresentano il vertice di una piramide economica dove la ricchezza si concentra sempre più nelle mani di pochi. Per avere un’idea dell’enorme disparità, basti pensare che, anche se il 99% dei loro patrimoni “evaporasse” da un giorno all’altro, questi uomini e donne rimarrebbero comunque miliardari.

Il costo della povertà globale, una crisi irrisolta

Mentre i miliardari celebrano incrementi di ricchezza vertiginosi, oltre 3,5 miliardi di persone vivono ancora sotto la soglia di povertà di 6,85 dollari al giorno. Questo dato è rimasto invariato dal 1990, indicando che gli sforzi globali per ridurre la povertà non sono riusciti a generare un cambiamento significativo. Ancora più preoccupante è il rallentamento nel tasso di riduzione della povertà estrema, definita come vivere con meno di 2,15 dollari al giorno. Con il ritmo attuale, l’obiettivo delle Nazioni Unite di eliminare la povertà estrema entro il 2030 appare sempre più lontano.

Disuguaglianze tra nord e sud globale

La disuguaglianza economica non si limita al divario tra ricchi e poveri, ma è anche un fenomeno geografico. I Paesi ad alto reddito, che rappresentano solo il 21% della popolazione mondiale, controllano il 69% della ricchezza globale. Questa concentrazione è sostenuta da meccanismi economici che favoriscono il Nord a scapito del Sud globale. Ogni anno, il Nord "estrae" quasi 1.000 miliardi di dollari dal Sud attraverso flussi di capitale e squilibri nei costi di finanziamento. Il risultato è che i lavoratori del Sud, che rappresentano il 90% della forza lavoro globale, ricevono appena il 21% del reddito da lavoro.

Il "grande trasferimento di ricchezza", una minaccia per l’equità

Un altro fenomeno che perpetua la concentrazione della ricchezza è il cosiddetto "grande trasferimento di ricchezza". Nei prossimi due o tre decenni, più di 1.000 miliardari trasferiranno oltre 5.200 miliardi di dollari ai propri eredi. Questo fenomeno non solo rafforza le disuguaglianze economiche, ma consolida anche il potere politico e sociale di un’élite che non ha generato la propria ricchezza ma l’ha semplicemente ereditata. Inoltre, l’assenza di tassazione significativa sulle grandi eredità contribuisce a perpetuare un sistema che concentra il potere nelle mani di pochi.

Disuguaglianze nel debito e nell’accesso ai servizi pubblici

Un aspetto meno evidente della disuguaglianza è legato al debito pubblico e privato. Nel 2023, il debito globale ha raggiunto la cifra record di 307.000 miliardi di dollari. Nei Paesi a basso e medio reddito, quasi la metà del bilancio nazionale è destinata al rimborso del debito, lasciando poche risorse per sanità, istruzione e sviluppo infrastrutturale. Questo squilibrio è particolarmente evidente in 3,3 miliardi di persone che vivono in Paesi dove il debito supera le spese per i servizi pubblici essenziali.

La necessità di un’inversione di tendenza

La crescente disuguaglianza non è un destino inevitabile, ma una scelta politica. Oxfam e altre organizzazioni internazionali hanno lanciato un appello per introdurre misure fiscali più eque, come una tassazione adeguata delle grandi eredità e delle ricchezze accumulate. "Non possiamo costruire un’economia inclusiva senza affrontare le radici della disuguaglianza", afferma Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia. Misure concrete, come un’allocazione più equa delle risorse pubbliche e politiche fiscali progressiste, potrebbero ridurre il divario tra ricchi e poveri, promuovendo una società più equa e dinamica.

Un futuro in bilico

La disuguaglianza globale è una delle sfide più urgenti del nostro tempo. Mentre il numero di miliardari continua a crescere, miliardi di persone lottano per soddisfare i bisogni fondamentali. Affrontare questa crisi richiede una volontà politica forte e un cambiamento strutturale nelle economie globali. Solo così si potrà costruire un futuro dove la ricchezza non sia un privilegio di pochi, ma una risorsa condivisa per il benessere collettivo.


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22 Gennaio 2025 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi

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