EDITORIALE DELLA FONDAZIONE

Lavoro e frattura generazionale, il divario che penalizza i giovani

Divari di genere, territoriali e generazionali dominano il lavoro italiano, con giovani e donne le categorie più svantaggiate.

Lavoro e frattura generazionale, il divario che penalizza i giovani

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Un sistema professionale squilibrato frena i giovani e premia i pensionati, servono riforme per colmare il divario generazionale e di genere.

In un’Italia che premia l’anzianità professionale e perpetua disuguaglianze, il XIV rapporto 2024 dell’Adepp (Associazione degli enti previdenziali privati) evidenzia un divario generazionale mai così marcato. I professionisti over 50 guadagnano mediamente 55.483 euro l’anno, tre volte di più rispetto agli under 30, fermi a 16.954 euro. Il sistema, che premia l’esperienza ma non valorizza il potenziale, sta creando un terreno sempre più difficile per le giovani generazioni di lavoratori.

Divario di genere e penalizzazioni per le giovani professioniste

La situazione si complica ulteriormente se si guarda al genere. Le donne under 30 guadagnano in media 14.622 euro, ben lontane dai 19.679 euro dei coetanei uomini. Questa disparità aumenta drasticamente nella fascia 50-60 anni, dove le professioniste dichiarano un reddito medio di 37.407 euro contro i 55.483 euro degli uomini. Nonostante rappresentino ormai il 41% degli iscritti alle Casse previdenziali, le giovani professioniste sono spesso relegate a ruoli subordinati, senza accesso alle stesse opportunità.

La questione dei pensionati attivi

Un altro dato che preoccupa è il numero crescente di pensionati che continuano a lavorare. Nel 2023 si registrano 118mila pensionati ancora attivi, un aumento del 181% rispetto al 2005. In alcune categorie, come i commercialisti e gli avvocati, oltre il 70% dei pensionati continua a esercitare, contribuendo a saturare ulteriormente il mercato e comprimendo le opportunità per i giovani professionisti.

Divari territoriali, un’Italia a due velocità

A complicare il quadro, persistono profonde differenze tra Nord e Sud. Un professionista del Trentino-Alto Adige guadagna in media 67.000 euro l’anno, contro i 25.000 euro di un collega calabrese. Questi numeri non riflettono solo il divario economico tra regioni, ma anche la diversa composizione delle professioni e il grado di sviluppo dei mercati locali.

Verso un futuro più equo

Il rapporto dell’Adepp mette in luce una realtà che richiede interventi strutturali. Investire sui giovani, abbattere le barriere di genere e generare un sistema che premi il merito, più che l’anzianità, sono passi fondamentali per evitare che il divario si trasformi in una frattura insanabile. La strada è lunga, ma il cambiamento è l’unica opzione per costruire un sistema professionale equo e sostenibile.


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27 Dicembre 2024 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi

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