EDITORIALE DELLA FONDAZIONE
I dati presentati dall’ISTAT durante la XXIV edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile mostrano una realtà preoccupante per i giovani italiani. Il 70,5% dei bambini e ragazzi tra i 3 e i 19 anni non è mai andato in biblioteca nel 2023, un incremento rispetto al 63,9% del 2019. Questi numeri indicano una progressiva diminuzione delle opportunità educative e culturali, con un impatto significativo sulle prospettive future delle nuove generazioni. La povertà educativa, infatti, rappresenta uno dei principali ostacoli alla costruzione di un futuro dignitoso e ricco di opportunità per i giovani.
Il fenomeno della povertà assoluta tra i minori: una realtà crescente
In Italia, il 14% dei minori vive in condizioni di povertà assoluta, un aumento significativo rispetto al 2014. Questo dato rappresenta un allarme per la società e mette in evidenza il divario territoriale, con il Mezzogiorno in testa per il tasso di povertà assoluta tra i minori (15,9%). La povertà materiale ed educativa sono strettamente collegate e insieme limitano fortemente lo sviluppo di bambini e ragazzi, impedendo loro di immaginare e costruire un futuro migliore.
Accesso limitato agli asili nido e disparità nelle competenze scolastiche
Uno dei problemi chiave evidenziati dal rapporto è l’accesso limitato agli asili nido. Nel 2021-2022, solo il 28% dei bambini di età compresa tra 0 e 2 anni ha avuto accesso ai servizi educativi, pubblici e privati. Questa mancanza di accesso all’educazione fin dai primi anni di vita crea un dislivello educativo che si riflette in tutte le fasi successive del percorso scolastico. Inoltre, i dati mostrano che l’8,4% degli studenti del quinto anno della scuola secondaria ha competenze insufficienti in italiano, matematica e inglese.
La cultura come privilegio: biblioteche e spettacoli fuori casa sempre meno frequentati
Oltre al problema dell’istruzione formale, emerge un chiaro declino nell’accesso a opportunità culturali. Il 39,2% dei giovani tra i 6 e i 19 anni non ha praticato sport nell’ultimo anno, e il 16,8% non ha fruito di spettacoli fuori casa, come cinema o teatro. Questo fenomeno, oltre a privare i giovani di esperienze formative e ricreative, contribuisce ad accentuare le disuguaglianze sociali, rendendo la cultura un privilegio di pochi.
La necessità di un cambiamento strutturale per combattere le disuguaglianze
Durante Le Giornate di Bertinoro, i partecipanti hanno sottolineato l’importanza di affrontare le disuguaglianze sociali ed economiche attraverso una riforma strutturale dell’educazione. Paolo Venturi, direttore di Aiccon, ha evidenziato come la povertà educativa e materiale rappresenti un ostacolo difficile da superare per le nuove generazioni, con conseguenze dirette sulla loro capacità di contribuire alla società.
La povertà educativa come fallimento della democrazia
La mancanza di accesso alle risorse educative non è solo un problema sociale, ma un vero e proprio fallimento democratico. Come sottolineato da Venturi, senza un’educazione adeguata, le disuguaglianze economiche continueranno ad acuirsi, compromettendo il futuro del Paese e minando le fondamenta stesse della democrazia. Affrontare questo problema è essenziale per garantire un futuro equo e inclusivo per tutti.
15 Ottobre 2024 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi
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