EDITORIALE DELLA FONDAZIONE
Nell’ambito delle discipline scientifiche e tecnologiche, le donne italiane stanno mostrando un crescente interesse e capacità, ma la loro presenza rimane significativamente inferiore rispetto a quella maschile. Nonostante un aumento generale delle donne laureate in Italia—76,8 ogni mille contro i 40,9 uomini ogni mille nel 2021—le differenze di genere nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) sono ancora molto marcate. Questi dati emergono dal "Rapporto Bes 2023" dell’Istat, che verrà discusso in dettaglio durante il prossimo Stem Women Congress a Milano.
Un passo avanti, ma non abbastanza
Nonostante il numero di giovani che si orientano verso le materie scientifiche sia in aumento, con 17,8 giovani ogni mille tra i 20 e i 29 anni nel 2021 rispetto ai 16,5 nel 2020 e ai 16,1 nel 2019, le donne rimangono notevolmente sotto rappresentate. Nel contesto europeo, l’Italia si posiziona ancora indietro rispetto alla media, con soli 18,3 giovani ogni mille che conseguono una laurea in discipline STEM, rispetto ai 58,1 ogni mille in discipline non STEM.
La situazione è ancora più critica quando si considerano specificamente le giovani donne: per ogni 1000 ragazze nella fascia d’età 20-29 anni, solo 14,3 completano gli studi nei percorsi scientifici e tecnologici, contro 21 ragazzi. Questo squilibrio non solo mette in luce la persistenza delle barriere di genere nell’accesso alle discipline scientifiche, ma solleva anche preoccupazioni riguardo le prospettive future di equità professionale e di sviluppo nel settore tecnologico e scientifico italiano.
Verso un futuro di equità
I dati del "Rapporto Bes 2023" evidenziano la necessità urgente di politiche più incisive per promuovere una maggiore partecipazione femminile nelle STEM. Iniziative specifiche, come programmi di mentorship, borse di studio e campagne di sensibilizzazione, potrebbero aiutare a colmare il divario di genere e incentivare più giovani donne a intraprendere carriere scientifiche e tecnologiche.
L’impegno per l’equità di genere nelle STEM non è solo una questione di giustizia sociale, ma anche un imperativo economico. Promuovere la diversità nei campi scientifici e tecnologici potrebbe significativamente arricchire il panorama innovativo del paese, portando a soluzioni più creative e a una crescita economica più robusta.
In definitiva, il "Rapporto Bes 2023" fornisce dati cruciali che dovrebbero servire come un campanello d’allarme per policy maker, educatori e leader del settore, spingendoli a prendere misure concrete per garantire che le donne possano avere le stesse opportunità dei loro colleghi maschi nei campi scientifici e tecnologici. Solo così l’Italia potrà aspirare a un futuro dove il talento non ha genere e l’innovazione beneficia della piena partecipazione di tutti i suoi cittadini.
27 Maggio 2024 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi
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