EDITORIALE DELLA FONDAZIONE
Nonostante le festività siano appena passate, anche quest’anno abbiamo avuto dei film interessanti da vedere nelle sale cinematografiche.
Certo, non c’è più il fenomeno del cinepanettone, il film comico di produzione italiana che per trent’anni è stato campione di incassi durante il periodo di Natale (e di cui parleremo più ampiamente dopo), e si sente il vuoto lasciato da Checco Zalone, altro fenomeno che ci aveva abituato alla distribuzione tra il 2009 e il 2020 dei suoi 5 film, che bene o male uscivano in prossimità delle feste (Cado dalle nubi – 27 novembre 2009 – Che bella giornata – 5 gennaio 2011 – Sole a catinelle – 31 ottobre 2013 – Quo vado – 1° gennaio 2016 – Tolo Tolo – 1° gennaio 2020) incassando un totale di 220 milioni di euro e con 4 di questi film nella lista dei 10 film con incassi maggiori in Italia.
Ormai vediamo una marea di commedie che sperano di far saltare il botteghino dei film di Natale, e quest’anno come non mai, con attori che hanno il loro seguito come Alessandro Siani (Succede anche nelle migliori famiglie), i nuovi Pio e Amedeo (Come può uno scoglio), Ficarra e Picone (Santocielo), Giampaolo Morelli (In fuga con Babbo Natale sulla piattaforma Netflix), Leonardo Pieraccioni (Pare parecchio Parigi che uscirà nelle sale il 18 gennaio), oppure cast con eccellenze del vecchio-nuovo cinema italiano, da Diego Abatantuono al Mago Forest, a Nino Frassica e Carol Alt (Improvvisamente a Natale mi sposo, durato molto poco nelle sale per la scarsa affluenza di pubblico)…
Troppi? Senz’altro, e poi anche molto simili, con l’unico intento di far ridere gli italiani.
E poi quest’anno c’è stato il fenomeno Paola Cortellesi, che ha guadagnato con il suo C’è ancora domani più di tutte le commedie messe insieme, che ha superato Barbie e Oppenheimer, addirittura Napoleon di Ridley Scott, esempio di come il mercato del cinema italiano stia cambiando anche nel far ridere.
Ma torniamo al cinepanettone.
Anche se il primo film del genere è del 1983 (Vacanze di Natale, con Christian De Sica e Massimo Boldi che divenne la coppia artistica per eccellenza in questa saga) il neologismo, inventato dal critico Franco Montini, fu stabilmente utilizzato nel 1997.
Innanzitutto, quali dovevano essere le caratteristiche del cinepanettone?
Sicuramente, oltre all’essere ambientati durante il periodo di Natale e riproporre usi e costumi degli italiani in ferie, meglio se in località esotiche, doveva avere una trama (se così si può dire) con battute usa e getta, con un umorismo volgare e piacevoli esibizioni di grazie femminili, con i principali protagonisti Christian De Sica e Massimo Boldi (che poi ha preso un’altra strada) e come registi Enrico Oldoini, Carlo Vanzina e Neri Parenti.
Gli incassi del film che era il più visto nell’anno si aggiravano dai 17 (Christmas in Love del 2004) ai 28 (Natale sul Nilo del 2002) milioni di euro… e solo per parlare dei film da che è stata introdotta la moneta dell’euro, per finire nel 2011, con Vacanze di Natale a Cortina che incassò solo 11 milioni di euro, motivo per cui si può concludere il ciclo del cinepanettone.
Ma torniamo di nuovo agli inizi: il “cinepanettone” fu coniato come termine dispregiativo dai critici, riferendosi al periodo di Natale e al tradizionale dolce natalizio italiano e a film in cui si rideva con una comicità a buon mercato con gag slapstick (sottogenere di film comico basato su una comicità elementare che sfrutta il linguaggio del corpo e si articola intorno a battute tanto semplici quanto efficaci) e con una volgarità greve: ma questi film raccoglievano il pubblico e mai gli incassi nelle sale italiane in quegli anni erano stati così alti, surclassando i film di oltreoceano.
Nacque la società Filmauro della famiglia De Laurentiis, il regista più acclamato fu Neri Parenti e ci fu il boom della serie di commedie generazionali che avevano più o meno a che fare con le vacanze natalizie (Natale doveva sempre apparire nel titolo) ambientate stavolta in località esotiche.
Se Christian De Sica e Massimo Boldi erano la coppia artistica che fece la fortuna della serie cinepanettoniana, i registi padri del genere, oltre al già citato Neri Parenti, furono Carlo ed Enrico Vanzina che dopo aver decretato la fortuna del film Sapore di mare, girato nel 1982 e distribuito in Italia nel febbraio del 1983, vennero chiamati da Aurelio De Laurentiis che commissionò loro un’opera simile ma stavolta ambientata in una località sciistica da poter mettere in programmazione durante il periodo natalizio.
Rifacendosi ad un film del 1959 all’epoca interpretato da Alberto Sordi e da Vittorio De Sica che si intitolava Vacanze d’inverno, ambientato a Cortina d’Ampezzo e con cui il regista Camillo Mastrocinque parlava di quelle che erano le abitudini vacanziere degli italiani dell’epoca, nel 1983 i Vanzina girarono in meno di due mesi Vacanze di Natale, sempre a Cortina d’Ampezzo; il film arrivò a competere con il secondo capitolo di Sapore di Mare, stavolta diretto da Bruno Cortini ma sempre con i fratelli Vanzina autori del soggetto.
Si capì che durante il periodo di Natale la gente voleva andare al cinema per divertirsi e per ridere, in controtendenza con i critici che pretendevano pellicole di qualità e di originalità: fu forse questo il motivo per cui ci fu il boom dei cinepanettoni, quando cominciarono ad essere smerciati in quantità industriale.
Siamo nel 1990 ed ecco la definitiva affermazione con l’uscita nelle sale cinematografiche di Vacanze di Natale 90 diretto questa volta da Enrico Oldoini e che segnò appunto l’inizio di quel sodalizio artistico De Sica-Boldi che durò 15 anni: avevano già girato insieme altri due film negli anni 80, I pompieri (1985) e Yuppies-I giovani di successo (1986) e relativi sequel, filmati da Neri Parenti e dai Vanzina ma non correlati al periodo natalizio.
Come disse Boldi, fu allora che si resero conto che loro due insieme caratterialmente potevano dare molto sul grande schermo: seguì Vacanze di Natale 91, poi Vacanze di Natale 95 e altri film che continuarono a girare i Vanzina mentre il filone vacanziero-natalizio proseguì con De Laurentiis che affidò la regia delle successive pellicole a Neri Parenti.
I Vanzina tornarono a girare un film della serie cinepanettoniana, sempre prodotta da De Laurentiis, nel 1999 con Vacanze di Natale 2000: dai titoli dei film precedenti, si capisce che non erano state trattate vicende legate al periodo natalizio, cosa che invece riprende dal 2001, ambientando Il Natale di volta in volta nei più svariati luoghi del pianeta: nel 2005 ci fu Natale a Miami con il primo punto di svolta nella storia dei cinepanettoni perché Boldi, per divergenze artistiche, ruppe il sodalizio con De Sica e lasciò la produzione di De Laurentiis per intraprendere un suo personale filone di cinepanettoni andandosi a contrapporre a quello ufficiale di Christian De Sica.
I film vennero prodotti dalla Medusa Film e Boldi cominciò ad avere come tema centrale non più il periodo di Natale ma le nozze, tanto da generare questa volta un nuovo neologismo del cinematrimonio e come partner spesso e volentieri Biagio Izzo.
De Sica proseguì nel filone con un nuovo partner, Massimo Ghini.
Nel 2011 uscì Vacanze di Natale a Cortina che, come già detto, rimane l’ultimo capitolo di questa saga cinepanettoniana /de laurentiisiana visto che gli incassi nei botteghini non erano più quelli di una volta e che era inutile riproporre un filone che si stava pian piano esaurendo.
Nel 2017 la Filmauro per celebrare i 35 anni dalla nascita del cinepanettone, propose nelle sale Super Vacanze di Natale, un’opera di Paolo Ruffini che montò insieme scene provenienti dai cinepanettoni e dalle commedie natalizie prodotti dalla casa produttrice nei decenni precedenti: l’opera non fu sostenuta né da Boldi né da De Sica, che dissero non erano neanche stati avvisati di questa proposta cinematografica e anche perché contemporaneamente, nello stesso giorno di Super Vacanze di Natale usciva nelle sale Natale da chef di Boldi (regia di Neri Parenti) e Poveri ma ricchissimi di De Sica (con la regia di Fausto Brizzi).
Dei tre film, quello che ebbe incassi minori fu decisamente quello prodotto da Paolo Ruffini.
Anche se la storica coppia De Sica-Boldi si ricompose nel 2018 con Amici come prima, il film, pur uscendo nel periodo natalizio, non ricalcava assolutamente la particolarità del cinepanettone, anzi, dapprima si confermò il film con i più alti incassi della stagione cinematografica 2018/2019 e il terzo come numero di spettatori, rimanendo però molto lontano da quelli che erano stati gli incassi nel periodo d’oro delle opere cinepanettoniane.
Fece seguito ad Amici come prima anche In vacanza su Marte del 2020 che faceva di nuovo riferimento al vecchio filone a partire dal ritorno di Parenti dietro la macchina da presa, ma per via della pandemia fu distribuito in home video anziché nelle sale cinematografiche e sia il pubblico sia la critica stroncò la trama e la recitazione mettendo fine una volta per tutte alla saga cinepanettoniana.
Anche se questa saga sembrava copiare quelli che erano stati i film del periodo degli anni 50, quelli che vedeva Totò come protagonista e che narrava uno spaccato dell’Italia e degli italiani di quel periodo, il compito in realtà di questi cinepanettoni fu quello di far girare il grosso dell’industria cinematografica italiana perché difficilmente, come già detto, i film italiani in quel periodo ricalcavano gli incassi delle pellicole americane, sempre superiori non solo come costi ma come sceneggiature, attori e trame ai nostri made in home.
Ma se vogliamo dirla tutta, il cinepanettone è morto perché ha fatto il suo tempo, scalzato dall’avvicendamento generazionale del pubblico, dall’evoluzione dell’intrattenimento e dai mutamenti sociali imposti dalla tecnologia.
E poi oggi, con le attuali possibilità di godere di contributi e di agevolazioni fiscali da parte del ministero per i Beni e le attività culturali, molti registi e case cinematografiche sono stati aiutati a portare nelle sale cinematografiche film che difficilmente avrebbero potuto produrre, raccogliendo però ampi consensi in alcuni casi sia dal pubblico sia dalla critica, e finalmente possiamo dire che la commedia italiana è rinata, con tante opere che sicuramente verranno ricordate nel tempo.
Gennaio 2024 © Maria Teresa Protto
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