EDITORIALE DELLA FONDAZIONE
In Italia, il fenomeno dei NEET (acronimo inglese per "Not in Education, Employment, or Training", ovvero giovani che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in percorsi di formazione) è in costante crescita e presenta notevoli differenze tra le regioni del Nord e del Sud.
Secondo i dati più recenti dell’Istat, circa 1,7 milioni di giovani italiani, quasi un quinto di chi ha tra 15 e 29 anni, rientrano nella categoria dei NEET. Questa cifra rappresenta il 17,7% della popolazione giovanile, un tasso che pone l’Italia al primo posto nell’Unione Europea per questa triste classifica.
Il fenomeno dei NEET interessa in misura maggiore le ragazze (20,5%) e, soprattutto, i residenti nelle regioni del Mezzogiorno (27,9%) e gli stranieri (28,8%). In Sicilia, quasi un terzo dei giovani tra i 15 e i 29 anni rientra in questa categoria, mentre la quota raggiunge il valore minimo, 9,9%, nella Provincia autonoma di Bolzano.
L’incidenza dei NEET diminuisce al crescere del titolo di studio: è di circa il 20% tra i giovani diplomati o con al più la licenza media, mentre si ferma al 14% tra i laureati. Questo dato sottolinea l’importanza dell’istruzione come strumento di prevenzione del fenomeno NEET.
Il fenomeno dei NEET si associa a un tasso di disoccupazione giovanile elevato (il 18%, quasi 7 punti superiore a quello medio europeo), con una quota di giovani in cerca di lavoro da almeno 12 mesi tripla (8,8%) rispetto alla media europea (2,8%). Circa un terzo dei NEET (559 mila) è disoccupato, nella metà dei casi da almeno 12 mesi (il 62,% nel Mezzogiorno, contro il 39,5% nel Nord).
Mentre quasi il 38 % dei NEET (629 mila) non cerca lavoro né è disponibile a lavorare immediatamente. Quest’ultimo gruppo si divide tra chi è in attesa di intraprendere un percorso formativo (il 47,5% tra i ragazzi), chi dichiara motivi di cura dei figli o di altri familiari non autosufficienti (il 46,2% tra le ragazze) e chi indica problemi di salute; solo il 3,3% dichiara di non avere interesse o bisogno di lavorare.
Oltre tre quarti dei NEET vivono da figli ancora nella famiglia di origine e solo un terzo ha avuto precedenti esperienze lavorative, un valore che varia tra il 6,8% per chi ha meno di 20 anni, il 46,7% per chi ha 25-29 anni.
In conclusione, il fenomeno dei NEET in Italia è un problema sociale di grande rilevanza, che richiede interventi mirati per favorire l’istruzione, l’occupazione e l’inclusione sociale dei giovani, soprattutto nelle regioni del Sud dove il fenomeno è più diffuso.
13 Luglio 2023 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi
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