EDITORIALE DELLA FONDAZIONE
L’anno 2022 ha visto una diminuzione del 7,9% dei lavoratori domestici contribuenti all’INPS, con un decremento di 76.548 unità rispetto all’anno precedente. Questo calo segue gli aumenti registrati nel biennio 2020-2021, legati alla regolarizzazione dei rapporti di lavoro durante i periodi di lockdown e all’entrata in vigore di norme per l’emersione dei lavoratori irregolari.
Questo fenomeno non è nuovo, in quanto in passato si sono verificate situazioni simili dopo l’approvazione di leggi che favorivano la regolarizzazione dei lavoratori domestici, sia italiani che stranieri. Durante il convegno "Tutto regolare? Colf, badanti e babysitter in Italia", è stato presentato il Report 2023 curato dall’Osservatorio INPS sul lavoro domestico, che ha fornito una panoramica dettagliata sulla situazione attuale.
Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, ha sottolineato l’impegno del governo nell’affrontare le esigenze dei lavoratori domestici e delle famiglie, evidenziando l’importanza del welfare aziendale e della formazione professionale per garantire la qualità dei servizi offerti.
L’analisi dei dati ha rivelato che le donne lavoratrici domestiche hanno in media una retribuzione più alta rispetto agli uomini, con il 39,7% dei lavoratori maschi e il 46,5% delle lavoratrici femmine che guadagnano meno di 5.000 euro all’anno.
Dal punto di vista geografico, il Nord-Ovest è l’area con il maggior numero di lavoratori domestici (30,8%), seguita dal Centro (27,2%), dal Nord-Est (20,3%), dal Sud (12,4%) e dalle Isole (9,3%). La Lombardia è la regione con il maggior numero di lavoratori domestici, sia italiani che stranieri, rappresentando il 19,5% del totale.
La distribuzione per nazionalità mostra che nel 2022 i lavoratori stranieri costituiscono il 69,5% del totale, con l’Europa dell’Est come principale area di provenienza (35,4%). Dieci anni fa, la maggioranza dei lavoratori domestici proveniva dall’Est europeo, ma ora si osserva una maggiore presenza di lavoratori italiani.
L’età media dei lavoratori domestici è compresa tra i 50 e i 54 anni (17,2% del totale), con il 56,9% dei badanti che lavora oltre le 29 ore settimanali. La tipologia di lavoro più diffusa è quella delle colf, anche se negli ultimi anni si è registrato un aumento delle badanti rispetto alle colf. Le ore lavorative settimanali variano a seconda della tipologia di lavoro, con la maggioranza dei badanti che supera le 29 ore settimanali e la maggioranza delle colf che lavora meno di 25 ore.
Infine, la maggior parte dei lavoratori domestici lavora per 50-52 settimane all’anno, anche se non coprendo necessariamente tutte le ore lavorabili nella settimana.
L’analisi dei dati sul lavoro domestico fornisce una panoramica dettagliata sulla situazione attuale, evidenziando le tendenze e le caratteristiche dei lavoratori. Queste informazioni sono fondamentali per la creazione di politiche e interventi mirati a supportare il settore e a soddisfare le esigenze delle famiglie e dei lavoratori domestici in Italia.
22 Giugno 2023 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi
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