EDITORIALE DELLA FONDAZIONE
In Italia, circa tre milioni di persone convivono ogni giorno con un disturbo mentale, spesso in silenzio, nascondendo dietro la quotidianità una realtà fatta di fragilità e speranza. È da questa consapevolezza che nasce “La salute mentale oggi”, la mostra ospitata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, un progetto che trasforma la fotografia in un linguaggio di empatia, abbattendo il confine tra chi soffre e chi osserva.
Uno specchio che racconta l’umanità
Curata da Francesco Zizola nell’ambito del festival RO.Mens 2025 e in occasione della Giornata mondiale della salute mentale del 10 ottobre, la mostra raccoglie 180 autoritratti realizzati da pazienti, operatori e volontari del Dipartimento di Salute Mentale della ASL Roma 2. Il numero non è casuale: richiama la Legge Basaglia del 1978, che sancì la chiusura dei manicomi in Italia.
Ogni scatto è nato davanti a uno “specchio fotografico”, un dispositivo semplice ma potente: una fotocamera digitale collegata a un monitor e un telecomando. Chiunque, in totale libertà, ha potuto realizzare il proprio autoritratto senza giudizi né ruoli. Il risultato è una straordinaria mappa di volti e storie che, insieme, disegnano un mosaico di umanità condivisa.
La fotografia come relazione, non come distanza
Come spiega Zizola, “davanti allo specchio ci confrontiamo con le nostre molteplici dimensioni. Quelle espressioni, felici o tristi, serene o inquiete, appartengono a tutti”. L’esperienza dell’autoritratto diventa così un momento di riconoscimento reciproco, un atto liberatorio che scioglie i confini tra “sano” e “malato”.
“Timidezza, imbarazzo, curiosità, emozione: tutti hanno attraversato le stesse fasi”, racconta ancora il fotografo. Il progetto diventa un esercizio di empatia collettiva, in cui le differenze si annullano e resta solo la comune condizione umana.
Dal selfie all’autoritratto, un atto di resistenza visiva
In un’epoca in cui i social trasformano il volto in vetrina e il selfie in maschera, l’autoritratto si propone come atto di resistenza. Mentre il selfie vive di approvazione e di “like”, l’autoritratto invita a guardarsi davvero, a interrogare ciò che si cela dietro lo sguardo.
Zizola, vincitore di numerosi World Press Photo e da sempre attento ai temi sociali, spiega che “la fotografia, per come la intendo, richiede tempo e attenzione. È un atto etico prima che estetico”. In un mondo saturo di immagini che scorrono troppo in fretta, questo progetto ci chiede di fermarci, osservare, pensare.
Un Paese che soffre in silenzio
Secondo i dati più recenti, il 5% della popolazione italiana vive con disturbi mentali — depressione, ansia, schizofrenia — ma solo 770 mila persone sono seguite dai servizi sanitari. Oltre due milioni restano invisibili.
Le statistiche rivelano anche un preoccupante aumento dello stigma: una ricerca Doxa 2025 per il festival RO.Mens mostra che è cresciuta la percentuale di chi ritiene le persone con disagio psichico pericolose (dal 48% al 55%) e aggressive (dal 55% al 63%). Contemporaneamente, diminuisce chi crede che la malattia mentale sia curabile (dal 66% al 60%).
Massimo Cozza, direttore del Dipartimento di Salute Mentale della ASL Rm2, sottolinea la necessità di contrastare questa tendenza attraverso una corretta informazione.
L’urgenza di investire nella salute mentale
L’Italia è tra i Paesi europei che investono meno in salute mentale. Il Piano Nazionale per la Salute Mentale, atteso da oltre tredici anni, è finalmente in dirittura d’arrivo: prevede l’ampliamento dei servizi territoriali, la diagnosi precoce e il lavoro in équipe multidisciplinari.
Nel frattempo, è stato rifinanziato il bonus psicologo e, per la Giornata mondiale del 10 ottobre, sono previste in tutta Italia iniziative di sensibilizzazione, spettacoli, incontri e visite gratuite negli ospedali aderenti al programma della Fondazione Onda.
Quando il disagio comincia da bambini
Uno dei dati più allarmanti riguarda i minori: secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il 50% dei disturbi psichici inizia prima dei 14 anni, l’80% prima dei 19. Ansia, disturbi del sonno, dipendenza da smartphone, difficoltà relazionali e alimentari rappresentano i primi segnali di un malessere crescente.
Elisa Fazzi, presidente della Sinpia (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza), invita a intervenire precocemente: “Aspettare l’adolescenza può essere troppo tardi. I primi segni emergono già tra i 3 e i 5 anni”.
Il fenomeno non riguarda solo l’Italia: negli Stati Uniti, secondo i CDC, il tasso di suicidi tra i giovani della Generazione Z è cresciuto del 20% tra il 2014 e il 2024.
Guardarsi per capire che siamo tutti fragili
“La salute mentale oggi” è dunque più di una mostra: è un viaggio dentro lo sguardo umano, un modo per restituire dignità e voce a chi, troppo spesso, resta ai margini. Guardarsi, in fondo, è riconoscere che la fragilità non è un limite, ma il punto d’incontro tra tutti noi.
13 Ottobre 2025 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi
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