EDITORIALE DELLA FONDAZIONE
Il Lazio si conferma una delle realtà più dinamiche sul fronte dell’innovazione tecnologica in Italia, in particolare per quanto riguarda l’adozione dell’Intelligenza Artificiale (IA) da parte delle imprese. Secondo il focus dedicato alla regione, pubblicato da ISTAT nel report "Imprese ICT" del gennaio 2025, il 9,4% delle aziende laziali ha adottato almeno una delle principali tecnologie IA, un dato superiore alla media italiana dell’8,2%. Questa performance colloca il Lazio in vetta alla classifica nazionale, anche grazie alla capacità di integrare più tecnologie in un unico processo produttivo o gestionale.
Tecnologie e applicazioni più diffuse
L’analisi evidenzia come le imprese laziali siano protagoniste nell’uso del riconoscimento vocale, della generazione del linguaggio naturale, del machine learning, del deep learning e delle reti neurali, strumenti che permettono un’elaborazione avanzata dei dati. Particolarmente significativa è anche la diffusione della Robotic Process Automation (RPA), che consente l’automatizzazione dei processi aziendali, e dei software decisionali basati su IA, impiegati per supportare il management nelle scelte strategiche.
I settori più reattivi e quelli ancora indietro
Le tecnologie IA sono ampiamente adottate nei settori dell’amministrazione aziendale e nella Ricerca e Sviluppo (R&S), dove rappresentano un reale valore aggiunto per la competitività delle imprese. Tuttavia, il loro impiego resta limitato in altri ambiti come il marketing, le vendite, la produzione industriale, la logistica, la sicurezza informatica e la gestione finanziaria. Ciò suggerisce un potenziale ancora inespresso, che potrebbe essere sviluppato con adeguati investimenti e politiche di incentivazione.
Una rete di competenze e innovazione
Secondo Antonio Amato, Presidente di Federmanager Roma, il successo del Lazio deriva da un ecosistema fertile che unisce università di eccellenza, centri di ricerca e startup innovative. Durante l’assemblea 2025 di Federmanager Roma, dal titolo "Manager umani vs manager artificiali. Chi guiderà il futuro?", Amato ha sottolineato come l’Intelligenza Artificiale rappresenti una svolta storica da governare con equilibrio e visione. Il suo invito è chiaro: promuovere una leadership manageriale capace di integrare competenze digitali, responsabilità etica e attenzione ai diritti, per rendere la tecnologia un motore di progresso condiviso.
Il confronto tra esperti, istituzioni e aziende
La conferenza, tenutasi a WeGil, ha visto la partecipazione di numerosi esponenti del mondo istituzionale e tecnologico. Tra gli intervenuti: Simona Baldassarre della Regione Lazio, Giulio Bugarini per Roma Capitale, Valter Quercioli di Federmanager Nazionale, Mario Nobile di AGID, Serafino Sorrenti della Presidenza del Consiglio, Stefano Menghinello di ISTAT e Maurizio Pimpinella dell’Osservatorio Innovazione Digitale. La tavola rotonda ha riunito anche figure politiche come Andrea Casu, Alessandro Cattaneo, Giulia Pastorella, Elena Murelli, e rappresentanti del mondo accademico e manageriale come Sabrina Saccomandi ed Emanuele Schirru, rafforzando il dialogo tra i diversi attori coinvolti nel processo di trasformazione digitale.
Verso un futuro condiviso e sostenibile
Il Lazio non è solo un caso di successo, ma un esempio concreto di come l’innovazione possa essere orientata verso il bene comune, con manager, imprese e istituzioni impegnati in un percorso condiviso. L’Intelligenza Artificiale, se gestita con visione e consapevolezza, può diventare un prezioso alleato per costruire un futuro sostenibile, equo e a misura d’uomo. Un obiettivo che passa dalla formazione, dall’etica e da una costante alleanza tra tecnologia e umanità.
06 Giugno 2025 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi
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