EDITORIALE DELLA FONDAZIONE
Papa Leone XIV chiude il Giubileo dei Giovani con un messaggio di fiducia e rinascita, davanti a un’immensa folla radunata a Tor Vergata.
Un evento storico che ha superato ogni aspettativa
Oltre un milione di giovani hanno riempito le vaste aree di Tor Vergata per la messa conclusiva del Giubileo, un dato che, secondo il prefetto di Roma Lamberto Giannini, è più che credibile: “le aree, come si vede dall’alto, sono tutte piene”. Una presenza imponente che ha trasformato la periferia romana in un luogo di festa, preghiera e riflessione, con una partecipazione globale che ha confermato l’energia spirituale di questa generazione.
La celebrazione con Papa Leone XIV e la forza del simbolo
Presieduta da Papa Leone XIV, la messa è stata concelebrata da venti cardinali, 450 vescovi e oltre 7.000 sacerdoti. Ma più dei numeri, a colpire sono state le parole del Pontefice, che ha scelto la metafora dell’erba per parlare di fragilità: “non è forse bellissimo un prato in fiore?”. E ha spiegato che, come l’erba che si piega e si rigenera, anche i giovani possono trasformare le proprie debolezze in forza, trovando nel dono e nell’amore la strada per una vita autentica.
Un invito alla grandezza e all’amore
Papa Leone ha parlato con il cuore: “Non per una vita dove tutto è scontato e fermo, ma per un’esistenza che si rigenera costantemente”. Ha invitato i giovani ad aspirare alla santità nella vita quotidiana, ovunque si trovino, e a non accontentarsi di percorsi facili o privi di significato. Un incoraggiamento forte, rivolto a chi cerca risposte nel caos del mondo contemporaneo.
Le parole che restano, tra inquietudine e speranza
Citazioni e riferimenti al pensiero di Bergoglio hanno dato profondità all’omelia: “Non allarmiamoci se ci scopriamo inquieti, incompleti, assetati. Non siamo malati, siamo vivi!”. Un messaggio che ha toccato il cuore di migliaia di ragazzi, spesso incerti, spesso messi di fronte a interrogativi esistenziali, eppure desiderosi di senso e futuro.
Vicini ai coetanei colpiti dalla guerra
Durante l’Angelus, il pensiero del Papa si è rivolto ai giovani che vivono in territori devastati: “Siamo con i giovani di Gaza, dell’Ucraina e di ogni terra insanguinata dalla guerra”. Un gesto di empatia globale che ha risuonato in tutto il campo, subito dopo rilanciato dal cardinale Prevost: “Siete il segno che un altro mondo è possibile”.
Uno sguardo al futuro, direzione Seul
Il pellegrinaggio dei giovani non finisce qui. Papa Leone ha annunciato la prossima Giornata Mondiale della Gioventù, che si terrà a Seul nel 2027, dal 3 all’8 agosto. Un nuovo appuntamento per rafforzare una rete mondiale di giovani capaci di condividere valori, fede e progetti di pace. Nel frattempo, mentre la celebrazione volgeva al termine, è cominciato il lento deflusso dei pellegrini verso la stazione Anagnina, come riferito dal questore Roberto Massucci, che ha coordinato le operazioni logistiche di rientro.
04 Agosto 2025 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi
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