EDITORIALE DELLA FONDAZIONE

Il cibo come arma di guerra, il grido di Papa Leone XIV contro la fame nel mondo

Papa Leone XIV condanna la fame come crimine di guerra e chiede azioni concrete per raggiungere l’obiettivo Fame Zero

Il cibo come arma di guerra, il grido di Papa Leone XIV contro la fame nel mondo

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La fame nel mondo non è un destino, ma una scelta collettiva: l’appello di Leone XIV contro l’indifferenza e l’economia senz’anima

Nel suo intervento alla Fao, Papa Leone XIV ha pronunciato parole forti e dolorose: “Gli scenari dei conflitti attuali hanno fatto riemergere l’uso del cibo come arma da guerra”. In un’epoca di progresso e innovazione, la fame torna ad essere strumento di potere, una leva crudele che colpisce i più deboli. Il Pontefice ha ricordato come il diritto internazionale umanitario vieti in modo assoluto gli attacchi ai civili e ai beni essenziali per la sopravvivenza, ma ha denunciato il ritorno di pratiche che condannano intere popolazioni alla fame.

Il diritto negato alla sopravvivenza

Per Leone XIV, negare il cibo non è solo un atto di violenza, ma una vera e propria arma di distruzione lenta. Impedire l’accesso agli alimenti o distruggere le risorse agricole di una comunità equivale a condannarla alla morte. “Con dolore siamo testimoni dell’uso continuo di questa strategia che condanna uomini, donne e bambini alla fame”, ha detto il Papa, chiedendo alla comunità internazionale di fermare questa deriva disumana.

Mobilitare energie per la solidarietà

Nel suo appello, il Pontefice ha esortato i governi e le istituzioni a mobilitare tutte le energie per garantire che nessuno resti senza cibo, né in quantità né in qualità. La fame, ha sottolineato, non è soltanto una tragedia individuale, ma un ostacolo allo sviluppo globale, un fattore che alimenta le migrazioni forzate e mina la pace tra i popoli. “In tal modo si porrà fine a una situazione che nega la dignità umana e ostacola l’intesa tra le nazioni”, ha aggiunto.

L’obiettivo Fame Zero come responsabilità collettiva

A cinque anni dal completamento dell’Agenda 2030, il Papa ha ricordato che l’obiettivo Fame Zero resta lontano, non per mancanza di mezzi, ma di volontà politica. “Raggiungere questo traguardo sarà possibile solo se ci sarà una volontà reale, e non soltanto dichiarazioni solenni”. Le parole di Leone XIV risuonano come un monito verso chi, pur proclamando impegni globali, non agisce con concretezza.

Numeri che raccontano vite spezzate

Le cifre citate dal Papa sono agghiaccianti: 673 milioni di persone vanno a dormire senza mangiare, mentre oltre 2,3 miliardi non hanno accesso a un’alimentazione adeguata. Ma per Leone XIV, non si tratta solo di numeri: dietro ogni statistica ci sono volti, storie, comunità ferite. “Dietro ognuno di questi numeri c’è una vita spezzata, ci sono madri che non possono nutrire i propri figli”.

Un fallimento etico e collettivo

Il Pontefice ha definito “aberrante” che in un mondo in cui la scienza prolunga la vita e la tecnologia unisce i continenti, milioni di esseri umani continuino a morire di fame. È, ha detto, un fallimento collettivo, il segno di un’economia senz’anima e di un modello di sviluppo ingiusto. “Permettere che la fame continui in un’epoca di abbondanza è una colpa storica”, ha affermato, invitando tutti – governi, imprese e cittadini – a riflettere sul valore etico del cibo e della giustizia sociale.


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