Leonida Rèpaci

un’opera per non dimenticare

Critico teatrale, ma anche commediografo, organizzatore culturale, uomo politico, pittore. Un intellettuale a tutto tondo, il calabrese Leonida Rèpaci (Palmi 1898-Pietrasanta 1985), ideatore, tra le altre cose, del Premio Viareggio, nel 1928, ma la sua figura oggi sembra essere stata un po’ dimenticata, a quasi quaranta anni dalla sua morte. Importante dunque, in questo senso, l’opera di recupero, in due volumi, dei suoi scritti da critico teatrale, per Ordine Nuovo prima, per l’Unità poi, da parte di Natale Pace, anch’egli calabrese e amico personale di Repaci, scrittore, giornalista, saggista, e tanto altro.

"Leonida Rèpaci, critiche teatrali sull’Ordine Nuovo, 1921 e su l’Unità, 1924-25", edizioni Laruffa, contiene 121 articoli di Rèpaci, scritti in un momento cruciale della storia d’Italia, come è stato sottolineato, alla presentazione curata dalla Fondazione Premio Antonio Biondi, a Roma, lo scorso 18 aprile.

Siamo infatti in un periodo immediatamente posteriore al cosiddetto "biennio rosso", che vede la fondazione a Livorno, del Partito Comunista d’Italia, di cui Repaci può essere considerato uno dei fondatori, ma anche la marcia su Roma, le elezioni-farsa del 1924, la denuncia e la relativa scomparsa di Giacomo Matteotti, e la conquista del potere da parte di Mussolini sotto forma di una vera e propria dittatura. Sullo sfondo, nel 1925, il progressivo allontanamento tra Gramsci e lo stesso Repaci, con le dimissioni dal Partito Comunista e l’accusa, per anni di tradimento da parte del mondo comunista.

Un doppio volume utile a riflettere sulla storia del nostro paese in quegli anni a dir poco fondamentali della Storia del nostro paese, con articoli che analizzano mostri sacri del nostro teatro, da Scarpetta a Pirandello, ma non solo.

Aprile 2024 © Fabrizio Noli