EDITORIALE DELLA FONDAZIONE

Un argine contro l’inquinamento, nuove barriere fermano le plastiche nei fiumi del Lazio

Il progetto della Regione Lazio punta a raccogliere rifiuti nei fiumi e avviarli al riciclo.

Un argine contro l’inquinamento, nuove barriere fermano le plastiche nei fiumi del Lazio

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Con barriere nei fiumi di Roma e Fiumicino parte una nuova strategia ambientale contro l’inquinamento.

Nel cuore del Lazio prende il via una nuova iniziativa che punta a difendere i fiumi e, con essi, anche i nostri mari. Un progetto ambizioso che prevede l’installazione di barriere galleggianti sui fiumi Tevere e Aniene per intercettare e raccogliere i rifiuti plastici prima che possano raggiungere il Mar Tirreno. A dare il via all’operazione è stata la Regione Lazio, con un sopralluogo effettuato dall’Assessore al Ciclo dei Rifiuti e Demanio, Fabrizio Ghera, nella Riserva naturale della Valle dell’Aniene.

Una rete galleggiante contro l’inquinamento

Il sistema di intercettazione ideato dalla Regione Lazio si basa su barriere galleggianti capaci di deviare e convogliare i rifiuti plastici e altri materiali fluttuanti verso un’area sicura vicino alla sponda del fiume. Una volta accumulati, i rifiuti vengono rimossi tramite appositi mezzi da terra e trasportati in un’area attrezzata per il deposito temporaneo. È qui che avviene la prima fase di separazione, distinguendo la plastica da altri materiali prima dell’invio verso le filiere del riciclo.

Il sopralluogo nella Riserva naturale della Valle dell’Aniene

Il primo impianto è già operativo lungo l’Aniene, all’interno della Riserva naturale nel Comune di Roma. L’assessore Fabrizio Ghera si è recato sul posto per verificare di persona il corretto funzionamento della struttura. Una seconda barriera è stata installata sul fiume Tevere, precisamente in via Portuense, località Capo Due Rami, nel Comune di Fiumicino. Questi dispositivi rappresentano il primo passo concreto di un piano più ampio per la salvaguardia ambientale dei corsi d’acqua laziali.

Fermare i rifiuti alla sorgente, un obiettivo strategico

“Intervenire sui fiumi vuol dire proteggere direttamente il mare”, ha dichiarato l’assessore Ghera. L’intento è quello di intercettare il maggior numero possibile di rifiuti galleggianti, in particolare plastica, prima che sfuggano al controllo e finiscano in mare. Una volta raccolti, i materiali vengono avviati a selezione per poi entrare, quando possibile, nei cicli virtuosi del riciclo, riducendo così l’impatto ambientale e favorendo un’economia più sostenibile.

Le cifre della plastica in mare, un allarme globale

Secondo i dati più recenti, ogni anno vengono prodotte oltre 320 milioni di tonnellate di plastica nel mondo. Di queste, tra i 4,8 e i 12,7 milioni finiscono nei mari. Una percentuale stimata intorno all’80% di questi rifiuti arriva dalla terraferma, trasportata principalmente da fiumi e scarichi urbani. Il restante 20% deriva da attività marine come la pesca e la navigazione. Le dimensioni delle plastiche disperse variano da microparticelle invisibili a occhio nudo fino a oggetti di grandi dimensioni.

Tevere e Aniene, sentinelle della biodiversità

Bloccare i rifiuti a monte rappresenta una strategia efficace e lungimirante. I fiumi Tevere e Aniene non sono soltanto corsi d’acqua, ma ecosistemi complessi che ospitano numerose specie animali e vegetali. Preservarne la salute vuol dire anche proteggere la biodiversità e il patrimonio naturale che attraversa e unisce la nostra regione, dal centro città alle zone costiere.


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15 Aprile 2025 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi

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