EDITORIALE DELLA FONDAZIONE
Il multisala Fiamma di Roma si prepara a una nuova vita, trasformandosi in un centro culturale. Un’iniziativa che si inserisce nel più ampio contesto delle trattative tra la Regione Lazio e le imprese del settore cinematografico per finalizzare la nuova legge sulla semplificazione urbanistica. Questo provvedimento potrebbe rappresentare una svolta per le sale dismesse, offrendo opportunità di recupero e rilancio.
Un’intesa quasi raggiunta
Secondo Laura Corrotti, presidente della commissione Urbanistica, l’accordo è ormai in dirittura d’arrivo, con un livello di chiusura stimato al 90%. Anche il presidente della Regione, Francesco Rocca, ha espresso ottimismo sulla conclusione dell’intesa. Il confronto tra istituzioni, produttori cinematografici, imprenditori e associazioni di categoria si è svolto nello stesso giorno della presentazione del bilancio dei primi due anni di governo della giunta. “Un’apertura così non si vedeva da anni”, ha dichiarato Corrotti, sottolineando la soddisfazione generale.
La legge sulla semplificazione urbanistica
Approvata in commissione, la legge sulla semplificazione urbanistica avrebbe già potuto essere discussa in aula grazie alla maggioranza di Fratelli d’Italia. Tuttavia, il partito ha scelto di coinvolgere attivamente le categorie interessate prima di procedere. “Abbiamo preferito ascoltare le esigenze di chi lavora nel settore – ha spiegato Corrotti – grazie alla disponibilità del presidente Rocca e dell’assessore Ciacciarelli.” Anche Rocca ha confermato l’andamento positivo della trattativa: “Ci sono alcuni dettagli da sistemare, ma l’accordo è ormai consolidato. A breve forniremo aggiornamenti sulle questioni tecniche.”
Dettagli ancora da definire
Uno degli aspetti chiave della legge riguarda il tempo necessario affinché un cinema dismesso possa essere trasformato. La prima proposta prevedeva un’attesa di dieci anni, poi ridotta a sette, mentre i rappresentanti del settore propongono di estenderla a venti anni. Un compromesso sembra essere vicino: l’ipotesi più accreditata è quella di mantenere il limite a dieci anni, come previsto nella prima bozza della legge.
Salvaguardia dei cinema attivi e no alla speculazione
Un punto fermo dell’accordo riguarda la tutela delle sale cinematografiche ancora in attività. Un caso emblematico è quello del Cinema Adriano, recentemente acquisito da un fondo d’investimento con sede tra Londra, Lussemburgo e Milano. Per evitare operazioni speculative, si valuta l’eliminazione della possibilità di cambiare la destinazione d’uso per le strutture ancora operative. La consigliera Corrotti ha confermato che il testo della legge potrebbe includere incentivi per i proprietari di sale chiuse affinché le riaprano come centri culturali multifunzionali.
Un’opportunità per il futuro del cinema
L’obiettivo della legge non è chiudere i cinema, ma incentivarne la riapertura e la trasformazione in spazi culturali moderni. Secondo la normativa proposta, chi deciderà di riconvertire le strutture dovrà includere una componente dedicata ad attività culturali, con una premialità per chi renderà disponibili spazi destinati a centri policulturali. Questa iniziativa rappresenta un’opportunità significativa per il rilancio dell’offerta cinematografica e culturale della città.
20 Febbraio 2025 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi
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