EDITORIALE DELLA FONDAZIONE
Il nuovo rapporto ISTAT sul mercato del lavoro del secondo trimestre 2025 offre un quadro complessivamente stabile, ma con interessanti dinamiche interne. Crescono le ore lavorate e si consolida l’occupazione, anche se le tipologie contrattuali mostrano andamenti divergenti.
Una crescita lenta ma costante
Nel periodo aprile-giugno 2025, l’input di lavoro – misurato dalle ore effettivamente lavorate – registra un incremento dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un segnale positivo, che indica una progressiva ripresa del sistema economico italiano.
Occupazione stabile con differenze territoriali
Gli occupati sono poco più di 24 milioni, con un tasso di occupazione fermo al 62,6%. La fotografia evidenzia però differenze significative: cresce l’occupazione femminile e quella degli over 50, soprattutto nel Mezzogiorno, mentre calano le opportunità per gli uomini e per i giovani al Nord.
Dipendenti e indipendenti, strade diverse
Il quadro occupazionale mostra un lieve calo tra i dipendenti a tempo indeterminato (-21 mila) e tra quelli a termine (-45 mila), mentre gli indipendenti registrano un aumento significativo (+74 mila, +1,4%). Su base annua il trend è ancora più chiaro: calano da oltre due anni i contratti a termine, crescono invece i contratti stabili e le attività autonome.
Part time e contratti atipici
Il lavoro part time, pur rappresentando ancora il 28,9% delle posizioni, risulta in calo, mentre prosegue la crescita dei contratti intermittenti (+6,1% su base annua). In forte riduzione le posizioni in somministrazione, con un -3,6% in un anno. Questi dati segnalano un mercato che tende a polarizzarsi tra occupazioni stabili e forme flessibili sempre più mirate.
Retribuzioni e costo del lavoro
Il costo del lavoro cresce dello 0,6% su base trimestrale e del 3,6% in un anno, trainato soprattutto dai contributi sociali (+4,9%). Le retribuzioni, seppur in aumento (+2,9%), mostrano un ritmo più lento rispetto al peso contributivo. Una dinamica che riflette l’aumento dei costi complessivi per le imprese.
Disoccupati e inattivi, quadro in evoluzione
Dopo quindici trimestri di calo, il numero di disoccupati sembra stabilizzarsi a 1,7 milioni di persone, con un tasso di disoccupazione al 6,6%. Si riducono i disoccupati di lunga durata (oggi il 52% del totale) e cresce il ricorso a strumenti di ricerca formale come l’invio di curricula, la consultazione di annunci e i colloqui. Parallelamente, diminuiscono gli inattivi in età lavorativa (15-64 anni), con un tasso di inattività sceso al 32,8%, grazie soprattutto al calo delle cosiddette forze di lavoro potenziali.
12 Settembre 2025 © Redazione PANTAREI Fondazione Premio Antonio Biondi
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